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La calce si ricava, come è noto, dal portare ad una elevatissima temperatura del marmo (carbonato di calce) o della pietra calcare. Per l'effetto del grande calore l'acido carbonico si separa e si ha per risultato la calce viva.

La calce viva si distingue in grassa e magra.

La calce grassa è pressochè pura. Posta a contatto coll'acqua si scalda, si fende, aumenta molto di volume e forma una pasta che non si discioglie così facilmente come quella di calce magra. Invece la calce magra è mescolata in proporzione varia a del carbonato di magnesia che ne diminuisce la forza di coesione, rendendola più facilmente solubile nell'acqua.

La calce viva, grassa o magra, ridotta per l'aggiunta dell'acqua in pasta molle dicesi calce spenta. Questa mescolata intimamente con sabbia quarzosa (silice) forma l'intonaco comune dei muri, e la durezza che esso prende, secondo il chimico Thénard, non è dovuta ad un'unione della calce colla silice, ma proviene dalla conversione successiva della calce in carbonato che a misura che si forma si precipita sulla sabbia aderendovi fortemente.

Perchè ciò avvenga, sempre secondo il celebre chimico che tanto si occupò dei colori, occorrono però alcune condizioni, vale a dire che l'intonaco si asciughi lentamente, perchè essendo troppo rapidò l'asciugarsi, il carbonato di calce formatosi irregolarmente lascierebbe abbandonate molte parti di silice togliendo consistenza così al cemento; mentre conservandosi molto tempo umido il cemento esposto all'aria, l'acido carbonico dell'atmosfera agisce continuamente sulla calce ed il carbonato si deposita in forma cristallina gradatamente sulla silice con grandissima solidità dell' intonaco.

Secondo studi più recenti nel prodotto cristallino entrerebbe una combinazione della calce colla silice o silicato di