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in Bosco lavorate in secco: e di certi dipinti di Ercole da Ferrara in una cappella a Bologna scrive: Dicono che Ercole mise nel lavoro di quest'opera dodici anni, sette nel condurla a fresco e cinque in ritoccarla a secco ».

Alla condizione imperiosa di approfittare nell' intonaco di calce del momento in cui si forma la vetrificazione che fissa i colori si può quindi attribuire l'invariabilità di questo processo di dipingere in tutte le epoche trascorse ed è solo per la maggior fretta di condurre a termine l'opere che si deve l'opacità generale degli affreschi moderni in confronto di quelli antichi, nei quali la diligente e lunga condotta del pennello che si otteneva limitando il pezzo da compiere in una giornata, serviva come di ultima triturazione al colore, rendendo così più fina e levigata tutta la superficie del dipinto.

Tutto il processo dell'affresco si compenetra nell'usufrutto della proprietà della calce di dare luogo in unione alla sabbia e l'acqua ad un cemento nel cui strato superficiale trasparente come un vetro, all'atto dell'essiccazione, può restare imprigionato il colore e rimanervi consolidato e resistente all'acqua ed agli agenti atmosferici.

Come procedimento per dipingere non è dei più difficili, non avendosi che da sciogliere i colori coll'acqua; nè richiedendo speciale maneggio di pennello, salvo l'evitare le grossezze eccessive da colore, e non adoperare che velature man mano che la giornata di lavoro volge al finire.

Ma l'intonaco non sarà mai abbastanza studiato dal pittore per farsi un'idea giusta del cambiamento che avverrà nei colori nel passaggio dal bagnato all'asciutto e per l'addestramento dell'occhio a cogliere il momento d'abbandonare il colore a corpo e sostituire la velatura, in che consiste veramente la pratica del frescante e il pregio, dal lato tecnico, del buon fresco.