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nico bianco per i fumi ed i miscugli cogli altri colori — essendo sempre carbonato di calce i gusci d'ovo e d'ostriche pesti che si trovano consigliati nei vecchi trattati come eccellenti per i bianchi nell'affresco — dà l'Armenini i modi diversi di prepararla:

« Ma pel bianco che qui si adopera come si sa, si piglia il fior della calce bianchissima com'è comunemente quella di Genova, di Milano e di Ravenna, la quale prima che si adoperi va ben purgata, e questo purgamento si fa dai pittori in più modi, onde ce ne sono alcuni che prima la fanno bollire al fuoco ben forte con volerle tenere ben levata la schiuma; e il che si fa per levarle quella salsedine e diminuirle quella forza di riaversi troppo, data che ella è sul muro, quando poi si secca: onde quella poi raffreddata all'aria, e levatole l'acqua la mettono sui mattoni cotti di nuovo al sole, la quale poi asciutta su quelli, quanto è più leggera tanto è meglio purgata.

« Ci sono ancora che la sotterrano dopo che l'hanno così purgata, e ce la tengono molti anni innanzi che l'adoprino; ed altri fanno il medesimo sopra i letti al discoperto; ci sono di quelli che la compongono per la metà col marmo, il quale è prima pesto da loro sottilmente; si è veduto ancora che posta allo scoperto in un gran vaso e buttatovi dentro dell'acqua bollita, con mescolarla tuttavia con un bastone, e il di seguente metterla al sole essersi bastevolmente purgata, ed adoperata per fare le mestiche il giorno appresso ma non già per colorire gl'ignudi perchè difficilmente resterebbono, senza essere offesi ai termini loro ».

L'Armenini che nella sua vita nomade da l'un estremo all'altro d'Italia ebbe campo di raccogliere i suoi precetti vedendo operare tutti i più grandi maestri suoi coetanei, bene riflette come non si potesse fidare della calce spenta così rapidamente, essendo nullo l'effetto dell'acqua bollente.