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diligenza ancor quelle che si conservano nel Real Museo, e trovai pure in diverse di esse i contorni sgraffiti come nel quadro del Teseo col Minotauro, e nell'altro dell' Ercole, benchè per altro poco visibili per il grande impasto dei colori che li nasconde in parte. Più visibilmente si vedono nelle pitture di figure piccole, che rappresentano ballerine, Baccanti e Centauri, ove si vede chiaramente che l'artefice ha segnato con qualche stecca od osso l'insieme delle figure nella calce fresca, e poi con somma maestria e stile toccato e dipinto le figurine su quei campi oscuri.

« L'opinione di alcuni, che non potessero essere dipinte a fresco per avere vari strati di colore, è in sè falsissima, poichè il fresco riceve benissimo un colore sopra l'altro, eccettuati alcuni pochi che sono artefatti, o di natura troppo arenosa, purchè non vi passi troppo tempo, ma che si mettano quasi immediatamente un colore dopo l'altro.

« È notabile che in queste pitture non si scoprono, come nelle moderne, le connessure della calce posta in diversi giorni. Ma questo può derivare dal modo che usavano gli antichi, assai diverso dal nostro, secondo che descrive Vitruvio e lo mostrano egualmente i frammenti delle pitture antiche. In oggi si costuma mettere l'arricciatura, e dopo la colla di sufficiente grossezza, più o meno quasi di un dito, e si dipinge sopra questa. Vi è ancora chi mette la detta colla in due volte, ma l'ultima sempre bastantemente grossa. Questa stessa grossezza è causa che asciugandosi nel ritirarsi lascia visibile la divisione fra una parte e l'altra; così ancora poteva dare più tempo al pittore. Essendo sottile non formava così facilmente quella pellicola vitrigna che fa la calce quando è in copia. Questo è quanto ho osservato sul genere di quelle pitture e sul modo col quale sono fatte ».

Raffaello Mengs, che in Spagna condusse grandi pitture