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50 gli elementi tecnici della pittura

aggiungere ancora, quanto maggiore può essere l’adescainento che le qualità esteriori del processo offerto possono esercitare sugli artisti.

Quale si sia però l'opinione concepita sulle ricerche moderne e sulle qualità che poté avere l’encausto praticato dagli antichi, non rimane meno certo che l’uso della cera ebbe largo impiego nella pittura, documentato abbastanza dagli scrittori che ne videro i saggi1, e come Vitruvio e Plinio, ne conobbero la tecnica, forse tanto comune da non dubitare che se ne perdessero le tradizioni e tramandarle ai posteri, con tutte quelle particolarità che specialmente in Plinio sono così frequenti nella sua celebre storia naturale e per soggetti di assai minore importanza. Salvo che, come altri ritengono; tutto l’encausto o bruciamento non si riducesse in fatto che allo scaldare la cera che serviva di vernice ultima alla comune pittura a tempera, a colla od all'uovo, supposto confermato dalla descrizione di Vitruvio del metodo per far comparire lo splendore del minio sulle pareti, non essendo possibile alcun dubbio sul senso di queste parole: « quando il parete sarà pulito e secco, allora dia col pennello di cera punica liquefatta al foco, temperata con alquanto olio, dappoi posti i carboni in un vaso di ferro, farà sudare quella cera scaldandola col parete, e farà sì che si stenda ugualmente, dappoi con una candela et con un lenzuolo netto la freghi al modo che si nettano le nude statue di marmo, e questa operazione grecamente si chiama Causis. Così la coperta della cera punica non permette che lo splendore della Luna né i raggi del Sole toccando levino via il colore da quelle politure »2.

  1. Henry Cros et Charles Henry, op. cit., pagg. 1-16.
  2. Vitruvio, trad. e comm. di Mons. DanieLe Barsaro. Venezia, 1567. Libro VII, cap. 9.