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46 gli elementi tecnici della pittura

fu la pittura, l’avvicinai ad un gran fuoco pel rovescio del dipinto, trattenendola ferma verso la fiamma frattanto che fumava la pittura. L'effetto fu unirsi tutti i colori alla tela, senza guastarsi il disegno né distaccarsi il colore. La tela restò inzuppata delle cere colorite. Il colorito dopo l’abbruciamento comparve assai più bello di prima: ma tutto chiaro e distinto ».

« Poteva forse vantarmi » prosegue l’abate Requeno « del mio pensiero e credere con più ragione di M. Bachellière, aver ritrovato l'antico encausto a pennello, giacchè io col sapone nominato da Plinio, non col sal tartaro alcalico, sconosciuto affatto agli antichi, avevo fatto lo scioglimento delle cere, ed eseguito l’abbruciamento: ma sebbene io conosceva essere talvolta utile il mio metodo, pure studiando più e riflettendo conchiusi che nè il metodo premiato dall'Accademia di Parigi di M. Bachellière, né il mio del sapone non furono que’ degli antichi greci, e romani: quello di Bachellière perciò che l’abbruciamento, o encausto non può eseguirsi se non dietro alla tela di- pinta: operazione a farsi impossibile nelle grosse tavole, e molto più nelle pareti, nelle quali tra greci si dipinse a pennello e si fece l’encausto; e perciò eziandio, che i greci non conobbero altro tartaro fuor delle feccie di vino calcinate, dal quale dista assai il sale alcalico; per fare il quale è necessario un lambicco di recente arabica costruzione, incognito agli antichi greci e romani. La mia saponata di cera e il mio encausto in un col metodo non può essere degli antichi per le medesime ragioni: posto che il sapone nominato da Plinio era tanto diverso dal nostro quanto il sal di tartaro adoperato da M. di Bachellière dalle feccie di vino calcinate dagli antichi greci e romani ». Oggi che l’analogia della potassa e della soda è universalmente nota, come è nota la numerosa nomenclatura del