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38 gli elementi tecnici della pittura

distinte: preparare cioè le cere colorate e sciolte, distendendole col pennello al modo solito della pittura, e in ultimo passare davanti al dipinto con una specie di braciere, detto cauzerium, e fondere tutte le cere per dare loro il finito e un lustro generale.

Se varie furono le interpretazioni cui si prestano le parole sibilline di Plinio che l’abate Requeno traduce1: « Anticamente furono due generi di pittura all’ encausto, cioè con la cera, ed in avorio collo stiletto o sia schidioncino; in finché cominciarono a dipingersi le navi; giacché allora avvenne un terzo metodo di dipingere col pennello struggendo la cera al foco; la qual pittura delle navi non si corrompe, o guasta nè pel sole, nè pel sale, nè pe’ venti », e si volevano ritenere come spiegazione sufficiente per ricostruire il processo encaustico, confortati dall'altro enigma della « cera punica », infinite risultarono le esperienze tentate per determinare prima la composizione della cera punica, ingrediente principale, ed in seguito il modo di rendere la cera ubbidiente al pennello, dacché la durezza che acquista nel rapido raffreddarsi toccando il quadro, mostri subito la necessità di qualche altro sussidio che la mantenga molle il tempo indispensabile per poterla modellare.

Nel pullulare in Francia ed in Italia dei processi suggeriti come succedanei dell’encausto greco, i sistemi si possono ridurre a tre: la soluzione della cera in ranno, ovvero, in termini più generali, in qualunque mezzo che valga ad incorporare la cera coll’acqua; la liquefazione al fuoco in olio fisso; la soluzione per mezzo di olio essenziale2.

  1. Requeno, Saggi etc, Venezia, 1784, pag. 135.
  2. Eastlake, op. cit., pag. 103.