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34 gli elementi tecnici della pittura

Ora analogamente opaco diciamo l'aspetto della tempera moderna, del guazzo e del pastello, perché la quantità di materia conglutinante mescolata ai colori non influisce sino a renderlo trasparente; semi-trasparenti o semi-lucidi diciamo l'affresco, l'acquerello, la miniatura, per la maggior quantità di glutine interposto nel colore e che si lascia scorgere per un senso pellucido acquistato dalle tinte: trasparente infine diciamo il dipinto all'encausto e ad olio, perché il sopranuotare dell'intermediario di coesione molecolare e di adesione alla superficie d'appoggio dei colori aggiunge al colore la massima trasparenza e lucidezza.

Ma questi, oltre essere i caratteri delle superfice colorate che si riscontrano nelle decorazioni egiziane su marmi, legni e stoffe, sono pure quegli aspetti e quelle condizioni per le quali la pittura tecnicamente si divide nei vari processi che prendono il nome dal conglutinante che vi domina; cosicché si può ritenere, che i procedimenti odierni in quello che hanno di più spiccato, che non può essere il nome, furono noti agli Egizi; né poteva essere altrimenti, essendo l’opacità e la trasparenza dei colori non un aspetto voluto sin dapprincipio dall'arte, ma una conseguenza delle imposizioni fatte all'arte per conseguire la durabilità; imposizioni che l'arte subì certamente, più che altrove in Egitto.

Altrettanto però non soccorre l’induzione quando si tratta di definire la composizione degli ingredienti intermediari di solidità dei colori usati così anticamente e penetrare dall'aspetto esteriore alle proprietà intime di quei materiali pittorici.

L'analisi qualitativa e quantitativa è nell’assoluto dominio dell'esperimento.

Né dalla grande opera di Champollion sull’ Egitto, al Viaggio di Mariette, alla Pittura antica del Girard, all'infuori