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32 gli elementi tecnici della pittura

basta ad esplicare quali furono i processi del dipingere che rispondettero e alle prove manifeste di una lunga resistenza alle azioni del tempo ed a quella varietà di applicazioni che fu la caratteristica più saliente dello spirito decorativo di quel popolo.

A spiegare la notevole assenza di screpolature dai dipinti egiziani, proprietà che non si può ottenere da glutini che essiccandosi assumano consistenza vitrea, M. Ettore Leroux ritiene che si mescolasse del miele alle tempere, poiché è indubitato che la tempera fu usitatissima dagli Egizi, rilevandosi anche da figurazioni di alcune tombe dove il pittore è rappresentato in atto di dipingere, colla tavolozza legata al braccio da un nastro, tenendo avanti a sè il vassoio per sciacquare i pennelli.

D'altra parte l’impiego della cera, di varie vernici e il rialzare i toni colle velature, sono pratiche pure risultanti in modo indubbio sulle pitture egiziane, né può meravigliare che dove l'imbalsamazione dei cadaveri richiedeva l’uso di oli, balsami, gomme e resine variatissime, queste non potessero sussidiare le mescite dei colori e la durabilità dei dipinti.

Inoltre il bleu egiziano che si cattivò l'attenzione del Mérimée per la mirabile conservazione ed il confronto colle proprietà degli azzurri più in uso nella pittura moderna, fu particolarmente analizzato da Chaptal e da Vaquelin, che ne dette la formula approssimativa, confermata da ulteriori studi e tentativi di imitazione di Davy, di Darcet, di M. de Fontenay; provandosi in tal modo che si sapevano utilizzare per l'arte le vetrificazioni colorate, più comunemente note sotto il nome di fritte, che tale è appunto il bleu egiziano, aggiungendosi che la calce e la silice che facevano parte dei componenti del bleu egiziano, potevano coi cementi entrare fra i materiali della pittura.