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il criterio tecnico 249

nori processi si comportano nell'atto del dipingere e nei susseguenti effetti del tempo in modo così intrinsecamente analoghi da aprire la via a quelle deduzioni per le quali il caso pratico si risolve più presto col semplice raziocinio, che non per l'aiuto di qualsiasi formulario.

Questi effetti del tempo si raggruppano in due principali categorie, quelli cioè che toccano direttamente il significato del dipinto e quelli che riguardano l'integrità materiale dello strato de' colori o la perfetta, loro aderenza al rispettivo piano di sostegno. I primi si manifestano sulle sostanze coloranti in forma di alterazione del grado di intensità loro conferito dal pittore per lo scopo artistico, i secondi intaccano gli ingredienti di coesione mescolati alle sostanze coloranti o quegli oli, quelle resine, gomme e colle che hanno servito a formare gli strati costituenti il dipinto, onde modificati nelle loro proprietà primitive agiscono provocando le spaccature, le disquamazioni i piccoli e grandi sollevamenti degli strati stessi.

Qualunque sia il processo adottato per dipingere, esso non può presentare all'azione del tempo che questi due lati di offesa, giacchè sia impossibile concepire un sistema qualsivogliasi di pittura che non abbia per base delle sostanze coloranti da cui ricavare le gradazioni dei colori ed un veicolo di coesione perchè le sostanze coloranti si fissino più o meno saldamente alla superficie che si vuole dipingere.

Ora essendosi dimostrato che fra i colori offerti da natura o prodotti artificialmente è concessa una scelta per formare una tavolozza che si presta, nella solidità dei colori, per tutti i vari processi di pittura, salva la precauzione di non adoperare il bianco di piombo e di zinco, il cinabro e la lacca rossa nell'affresco, le difficoltà intrinseche di ciascun processo, per la maggior durata della compagine