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il criterio tecnico 247

materiale che impiega da riescire, non ostante qualsiasi ostacolo d'ordine artistico, a conservare libero il proprio criterio tecnico per antivedere le conseguenze del processo meccanico di adattamento dei colori, svolto nel progredire del lavoro.

L'impiego dei colori nella pittura così vario e senza ombra di ripetizione metodica, per le infinite varietà di forma e di colore degli oggetti naturali da imitare, richiede sino dal primo momento che si inizia il dipinto che tanto nella scelta di qualsiasi colore dalla tavolozza per combinare una tinta, quanto per disporla sul quadro, che l'atto sia preceduto da una somma di riflessioni che inchiudono la cognizione anticipata dell'effetto che sarà per scaturire e dal miscuglio operato avanti di toccare col pennello il quadro dal tocco che il pennello intriso di colore lascierà dietro di sè.

Lo sviluppo del criterio tecnico ha per mira tale prontezza dello spirito, dalla quale dipende in gran parte la possibilità di godere delle proprietà specifiche delle sostanze coloranti e di tutti gli ingredienti sussidiari, che non si prestano per la massima resistenza contro gli effetti del tempo, se non in quanto si abbia riguardo alle proprietà stesse di cui sono forniti; e per avvantaggiare l'artista del risparmio delle sue migliori energie, delle quali altrimenti farebbe sicuro sperpero se la tensione intellettuale che seguita il rimediare pochi tocchi di pennello sbagliati dovesse ripetersi per tutta l'opera, tanto per raggiungere lo scopo artistico, che quello della solidità. Ed anzi mentre tutto ciò che riguarda la forma ed il colore può essere soggetto di perfezionamento successivo, pel nascondersi degli errori sotto nuove sovrapposizioni di colori, nulla o ben poco può rimediare l'artista a quelle dimenticanze riferibili alla durata della compagine materiale del dipinto, quanto più