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il criterio tecnico 245

tica finchè l'artista spossato o illuso dichiara finita la sua opera.

Ma ciò non basta per la calma contemplazione del riguardante, sul quale la tormentosa struttura di quegli agglomeramenti di colori provoca un'attenzione speciale, una curiosità di spiegarsene la strana presenza, non potendo avere quei rilievi altro linguaggio fuori di quello dell'improprietà del loro posto e dell'insufficienza dell'artista: nè ciò è tutto, perchè le eccessive grossezze di colore esercitano per soprassello una tale influenza pericolosa sulla conservazione del dipinto che importa sia assai spesso sacrificato il risultato artistico con esse ottenuto.

Si è considerato qui appunto uno dei casi più comuni di un pittore, dimentico del principio che sull'arte della pittura incombe non solo la necessità di provvedere nello stesso atto del pennello al fine della imitazione del vero ed al raggiungimento dell'arte, ma altresì a quello della durabilità del proprio dipinto concentrato principalmente nella disposizione meccanica del colore, perchè a tutto quanto riguarda la resistenza dei colori e delle superficie di lavoro sia possibile provvedere avanti di accingersi al còmpito artistico.

Tutti quegli eccessi di rilievo dovuti all'incomposto succedersi di colori ed oli e vernici verranno rivelando il difetto d'ogni criterio del tecnico, se non saranno confessione e giustificazione ad un tempo dell'impotenza a conseguire l'arte.

Ma dipendano o meno i rilievi di colore in argomento da intensità di luci o da armonie di colori o da proporzioni di forma che il pittore non riesce ad afferrare, siano questi testimoni degli sforzi dell'artista ristretti in poco spazio od estesi ad ampie superfici, per ritornare tutta la compagine del colore ad una più uniforme distribuzione non vi ha che un rimedio: togliere cioè con qualche strumento