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16 prefazione

ture dell’asfalto ad ogni aumento di temperatura producono di consueto la salutare reazione che conduce il giovane artista a ritornare sui suggerimenti dei maestri, a consultarsi coi colleghi, a ricercare gli autori che si sono occupati dell'insegnamento pratico del dipingere.

Ma non vi ha certamente dovizia di libri che trattino della pratica della pittura.

Il Libro dell'arte del Cennini è il solo che si abbia intorno alla manualità della pittura dopo il rinascimento delle arti, perché gli scrittori che vennero dopo, salvo l’Armenini, che compendia abbastanza chiaramente le pratiche degli artefici del secolo XIV, sulle quali il Vasari nel proemio alle Vite, più che soffermarsi ebbe a sorvolare, intendessero alle speculazioni filosofiche anziché ai provvedimenti più utili dell’esercizio dell’arte.

È sebbene a mire di benefizio immediato pei pittori, in tempi assai vicini ai nostri, siano indirizzati i voluminosi trattati del Mérimée e del Montabert, e l'inglese Sir C. L. Eastlake1, con erudizione meravigliosa, abbia spremuto da una congerie di codici, documenti e tradizioni quanto poteva servire a dissipare il tormentoso dubbio che in qualche frase male tradotta, in qualche vocabolo frainteso, si celasse il perseguito segreto del primitivo processo di dipingere ad olio, e per lui, fossero tolte dall'obblio molte utili pratiche, la condizione degli studî tecnici è sempre a tal punto da doversi ancora ricercare per quali norme si pervenga alla più lunga durata dei dipinti, e per quali proprietà delle materie coloranti possa mai sperare l’artista moderno di conquistare la oggettività luminosa che affissa.

Il Vibert, troppo soggettivo nell'apprezzamento delle tendenze

  1. C. L. EASTLAKE, Materials for a History of Oil Painting. London, 1847.