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le colle, le gomme e le imprimiture 231

la raschiatura sinchè il piano fosse ridotto eguale e lustro come avorio, e la tavola era pronta per essere dipinta.

Nelle tele che i Veneti preferirono alle tavole generalizzandone l'uso, del quale uno dei più antichi esempi fu il ritratto gigantesco ordinatosi da Nerone, alto, stando a Plinio, 320 piedi la imprimitura col gesso si compone delle stesse proporzioni di colla e gesso usati nelle tavole.

La tela migliore è quella di canepa, non troppo unita nè troppo rada. Scelta nelle grandezze convenienti si tende su appositi telai e passatavi una mano di colla, quando questa è secca, si copre dell'impasto di gesso e colla tenuto pronto, ad un grado di calore sufficente perchè non si rappigli la colla durante l'operazione di stenderne con una spatola lo strato più o meno sottile che si desidera di ottenere. Secco il gesso si raschia ogni groppo o filo sporgente con carta vetrata o pomice evitando di impoverire oltre misura la tela del gesso per non dovere fare dei rappezzi difficili da pareggiare.

La tela a gesso stropicciandola fra le dita non deve abbandonare il gesso — nè questo screpolarsi — cosa che denoterebbe nel primo caso una deficenza di colla, nel secondo un eccesso di imprimitura.

Il gesso. — Nella preparazione delle imprimiture delle tavole e delle tele, la qualità del gesso è della massima importanza. Il gesso o solfato di calce è una combinazione dell'acido solforico colla calce che si trova in natura sotto forma di pietre, dette pietre da gesso o scagliola secondo si presenta nelle cave a blocchi od a scaglie.

Calcinata questa pietra per toglierle l'acqua di cristallizzazione prende il nome di gesso da stuccatori o da forma- tori per l'uso che se ne fa nelle decorazioni in rilievo e nei calchi e riproduzioni della scultura.