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234 gli elementi tecnici della pittura

addentro e coprirli di pezzetti di stagno perchè non arrugginissero il gesso e poscia i colori.

Le commettiture si coprivano poscia di striscie di tela incollate pel senso della lunghezza, non facendosi risparmio di colla, giacchè prima se ne spalmava bene tutta la superficie della tavola e le striscie di tela si immoliavano completamente nella colla spianandole poi ben bene colle mani. Il coprire le commettiture delle tavole con liste di tela fu invenzione, secondo il Vasari, di Margaritone d'Arezzo (1256-1313), ma secondo gli annotatori dell'edizione delle Vite del 1846, ciò si scorge anche in un paliotto d'altare segnato coll'anno 1215, d'incerto autore, nella Galleria delle Belle Arti di Siena.

Lasciata seccare la tavola all'aria — il Cennini raccomanda di approfittare, per questa operazione, di una giornata ben secca e ventosa — e tolta con una lama di ferro dalla punta arrotata ogni asperità possibile, si distendeva sulla tavola un primo strato di gesso da doratori tamigiato e macinato colla stessa colla allungata di un terzo d'acqua e calda.

Dopo due o tre giorni, raschiato convenientemente il piano e preparato un gesso più sottile, macinato sempre a colla, come quello dello strato precedente, con un pennello di setola se ne dava uno strato generale spianando in tondo col palmo della mano per incorporare il gesso sottile con quello più grosso. Lasciato riposare ma non seccare completamente il gesso, senza più adoperare la mano ma col pennello, si ripeteva otto volte lo strato di gesso prolungando il lavoro sino alla notte, se occorreva, in modo che non si abbandonasse la tavola che ad opera compiuta. Seccato il gesso all'aria, riparandolo dal sole, ciò che richiedeva alcuni giorni, la tavola veniva passata con un raschiatoio piano, non più largo di un dito, adoperato leggermente, spazzandosi avanti a sè con un mazzo di penne