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le colle, le gomme e le imprimiture 231

mettila in su stuoie a seccare a venti senza sole: e viene perfetta colla».

Ed ancora: « Egli è una colla che si fa di colli di carta di pecora e di cavretti e mozzature delle dette carte. Le quali si lavano bene, mettonsi in molle un dì innanzi le metti a bollire; con acqua chiara, la fa' bollire tanto, che torni delle tre parti l'una. E di questa colla voglio, che quando non hai colla di spicchi, che adoperi sol di questa per ingessare tavole o vero ancone: che al mondo non puoi avere la migliore ».

Le colle di gelatina non si possono mantenere liquide senza mescolarle a qualche sostanza che ne impedisca il corrompersi. L'acido acetico, l'acetato di allumina o l'acido cromico possono servire all'uopo, ma con tali sostanze le colle alterano i colori e non sono più servibili per l'uso pittorico.

L'avvertimento del Cennini di fare le colle in gennaio e marzo viene dall'opportunità di operare in stagioni d'aria secca per il più rapido indurimento della gelatina, ed anche dipingendo a tempera di colla è da evitarsi il mantenere umide le tele o il preparato a gesso od a colla dei muri che verrebbero ad imputridire e guastare il dipinto.

Quando si devono ridurre in soluzione acquosa i pezzi secchi di colla, si mettono in molle per una notte con tanta quantità d'acqua che basti solo a coprirli. La colla secca si gonfia lentamente, e poi, a lento fuoco e meglio a bagnomaria, si allunga d'altra acqua sino alla scorrevolezza che si desidera.

A dare elasticità alle colle di gelatina, che seccando assumono durezza vitrea, facilitando lo spezzarsi e il distaccarsi delle imprimiture e dei colori sulle tele, giova la glicerina usata però con grande parsimonia perchè la sua natura igrofila, ove fosse in eccesso, non farebbe che ammuffire e corrompere la colla.