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196 gli elementi tecnici della pittura


L'avorio, le ossa più comuni, i sarmenti di vite, i noccioli di pesca, il sughero, la carta, dànno collo stesso processo i neri omonimi più usitati.

Tutti i neri di carbone, che non contengono materie bituminose, sono buoni e la scelta rimane una questione di criterio personale, tanto più che la necessità di colori neri non è assoluta, potendosi ricavare in gran copia dal miscuglio di molti colori adoperati nella loro massima intensità, come il giallo col rosso e l'azzurro.

L'asfalto, che si può mettere fra i bruni ed i neri, meriterebbe un capitolo speciale perchè l'attrattiva per le sue esteriori qualità pare si sia giudicato compensare i danni infiniti procacciati, vedendosi ancora comparire sulla tavolozza di molti pittori questo dannosissimo colore.

L'asfalto o bitume giudaico, appartiene, come lo indica il suo nome, a quelle sostanze combustibili comprese nella categoria generica dei bitumi che si trovano in stratificazioni solide nell'interno del suolo o colanti dalle roccie, o natanti sopra le acque in forma peciosa, e si vogliono considerare come lente trasformazioni operate dal tempo su sostanze vegetali.

L'asfalto o bitume giudaico si raccoglie dalle sponde del Mar Morto, di dove si trasporta agli emporii commerciali mescolato ad altre materie, anche a pece greca, già solidificato in pezzi neri, lucidi, di frattura scagliosa irregolare.

Il suo vero uso, dal quale è da augurarsi non fosse mai uscito e non esca più per invadere i dipinti, è per farne delle vernici su lamiera di ferro: vernici dette a fuoco perchè disposto l'asfalto e altri colori, cui facilmente si unisce, sulle lamiere, queste vengono passate sul fuoco, che le riduce lucidissime e di grande solidità, perdendovi l'asfalto quella facilità di colare e muoversi a tutti i cambiamenti di temperatura che appunto lo rende tanto dannoso nei dipinti.