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i colori principali della pittura 191

al quale ascese talvolta il prezioso minerale, spiegherebbe da solo l'entusiasmo col quale fu accolta l'invenzione dell'ingegnere Guimet, che nel suo oltremare artificiale presentava riunite tutte le qualità dell'azzurro che si ricava dal lapislazzuli.

Uno dei primi saggi del nuovo colore si ebbe nel soffitto di una delle sale del Louvre in Parigi, rappresentante l'apoteosi di Omero dipinta da Ingres. Il panneggiamento di una delle principali figure è colorito coll'oltremare Guimet, e M. Mérimée, relatore dell'esperimento in nome del Comitato delle Arti chimiche, alla Società d'incoraggiamento per l'industria francese, dice che « in nessun quadro si vede un azzurro più smagliante ».

Il processo Guimet non fu mai pubblicato, ma altri, partendo dagli stessi criteri che servirono di guida all'inventore, combinando la silice, l'allumina, la soda, lo zolfo ed il carbone in determinati rapporti e per successive calcinazioni, giunsero ad ottenere gli stessi risultati.

L'oltremare Guimet, poichè con tal nome si designò l'oltremare artificiale sino dalla sua scoperta, avvenuta nel 1827, è in polvere finissima di un bell'azzurro vivo. Resiste alla azione del calore e degli alcali, non però a quella di certi acidi che lo intaccano.

Anche questo colore si adultera mescolandolo a sostanze affatto estranee, come l'amido tinto e simili o ad azzurri d'ordine inferiore, come le ceneri azzurre, il blu di Prussia. Queste sofisticazioni si possono rendere palesi per mezzo dell'ammoniaca, dell'acido ossalico e della tintura di jodio.

Se l'oltremare artificiale contiene della cenere azzurra (bleu di montagna) l'ammoniaca si tinge di un colore azzurro intensissimo. Quando l'oltremare è puro, se si scioglie nell'acido ossalico sviluppa idrogeno solforato che si riconosce dall'odore d'ova fracide, mentre l'acido ossalico prende