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i colori principali della pittura 183

il colore oppure portando ad elevata temperatura le terre gialle, così naturali che artefatte.

Bisogna scegliere questi colori più puri che sia possibile non lasciandosi illudere molto dalla intensità della tinta che può essere una qualità conferita artificiosamente con colori d'anilina.

I nomi più comuni sotto i quali gli ossidi di ferro corrono per l'arte sono, pei gialli, terra gialla di Siena chiara e scura, terra gialla di Siena naturale e bruciata, terra gialla d'Italia, giallo di Marte e simili. Per i rossi: terra rossa, terra rossa di Pozzuoli, terra rossa di Venezia, rosso d'Anversa, di Norimberga, di Prussia, rosso di Marte, ocria rossa, calcotar, rosso indiano, ecc.

Tutti questi colori, accertatane la costituzione d'ossido di ferro, si usano per tutti i processi di dipingere, ad olio, a buon fresco, a tempera ed acquerello, pastello e miniatura. Per verificarli si possono sciogliere in acido cloridrico mescolandovi dell'ammoniaca. Tutto l'ossido di ferro deve precipitare, e il liquido fatto evaporare su lamina di platino rovente non deve lasciare alcun residuo.

Le colorazioni d'anilina si scoprono mescolando il colore coll'alcool, che sciogliendo l'anilina si tingerà subito proporzionatamente all'anilina intrusa.

Il cinabro o vermiglione (solfuro di mercurio). — Questo colore ha le sue origini nella più alta antichità. Gli Egizi lo adoperavano nelle loro pitture murali, nelle decorazioni delle tombe e delle casse contenenti le mummie. In Grecia Teofrasto assicura che fu scoperto dall'ateniese Callios nell'anno 349 di Roma, e Plinio lo descrive come un colore tanto stimato e così caro di prezzo che per impedire che diventasse eccessivo si fissava dal governo.

Si trova il cinabro in natura prodotto dalla combinazione dello zolfo col mercurio, che hanno affinità grandissima fra