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180 gli elementi tecnici della pittura

precipitato bianco. La calce si scopre sciogliendo il bianco di zinco nell'aceto, e aggiungendo acido ossalico e quindici volte il volume dell'ossido di zinco d'acqua pura. Il liquido deve rimanere chiaro e se vi è precipitato esso è di carbonato di calce. Con la tintura di iodio si conosce l'amido che si colora in violetto.

Il giallolino di Napoli (antimoniato di piombo). — Di questo colore antichissimo che al tempo del Cennini si diceva giallorino, non si conobbe mai la formula chimica esatta.

Secondo Thenard, Mérimée, Brunner e Lefort si ritiene fabbricato in questo modo: Si calcina portando il crogiuolo al calore rosso, una miscela di ossido di piombo ed antimonio diaforetico, sal marino ed allume. Le proporzioni diverse di queste sostanze dànno luogo a tante gradazioni di tinte quante se ne desidera; e stando alle ricette esse corrono da 24 parti di piombo, 16 d'antimonio, I di cloruro di sodio, I d'allume ad una parte d'antimonio, 2 di ossido di piombo e 4 di sal marino.

Raggiunto colla calcinazione il grado di colore che si desidera, il crogiuolo si spezza o si batte finchè n'esca la massa colorata di un bel giallo, di gran peso e di tessitura compatta. Sottoposto alla triturazione e lavatura ad acqua infine si modella in trocischi che si essiccano alla stufa.

In commercio si trova spesso impuro. Quando è fabbricato bene il giallolino di Napoli è compatto, molto coprente e dei più solidi che abbia la pittura. Si può adoperare ad olio, a tempera, ed a fresco, ma bisogna evitare di mescolarlo con spatole di ferro o di acciaio che lo rendono verdognolo. Non sono noti mezzi per conoscerne la purezza. Il giallolino di Napoli è poco venefico.

Giallo Cadmio (giallo chiaro, medio e scuro di cadmio; solfuro di cadmio). — Il giallo di cadmio è un colore di