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le sostanze coloranti 153

Ora è troppo ovvio che se tutto lo studio dei processi e dei materiali pittorici tende a dare a tutte le singole parti del dipinto la maggiore solidità possibile nel senso che principalmente sia guarentita l'incolumità della superficie dei colori, nella quale veramente si riduce il valore artistico che interessa di conservare, torna evidente come le alterazioni d'ogni sorta dei detti colori siano il punto verso cui devono convergere l'attenzione e l'attività del pittore per impedirne o ridurne o trasportarne all'avvenire più lontano il danno inevitabile.

Senonchè i mezzi posti a disposizione dell'artista per raggiungere tale scopo sono pochissimi, come in genere sono pochi i mezzi che riescono ad impedire in modo permanente lo svolgersi delle forze naturali, ond'è bene che il pittore si abitui per tempo a riconoscere l'assurdità della pretesa di eternare i colori — concetto infiltratosi nell'arte assai più per la superficiale cognizione del materiale tecnico che per una dimostrata positiva capacità di riuscirvi. — Nè meglio che da un qualche esame della natura dei colori, del loro modo di formazione e delle cause che ne rendono transitoria la durata può aversi un'idea delle condizioni vere nelle quali avviene il contrasto fra il tempo che esercita l'ineluttabile suo diritto sui colori e l'artista che vorrebbe arrestarlo.

Il colore non è una qualità inerente ai corpi. I corpi assorbono o lasciano passare o respingono certi raggi della luce che li colpisce ed è questa la causa del colore col quale si mostrano. Riguardo alla luce non vi sono corpi perfettamente opachi nè perfettamente trasparenti. Un metallo può essere ridotto in lamina così sottile da dare passaggio per trasparenza alla luce, e il vetro, l'acqua più limpida purchè aumentati di spessore possono precluderne la via sino ad estinguerla compiutamente. Tal corpo assorbe tutti i