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prefazione 7

luci e colori veri, per cui si argomenta ragionevolmente che l'impotenza a dominare il materiale pittorico equivale in fatto alla mancanza della idea informatrice, essendochè nulla si possa ricavare da un mezzo tecnico inetto a destare l'impressione che si vuole produrre.

Tutti gli effetti ottici che scaturiscono da un dipinto non possono avere altra origine che da qualità intrinseche del mezzo tecnico adoperato, non potendosi ammettere né effettivamente vedere colorito dove tutto si mostri scialbo, né luce dove apparisca nero. Modificandosi però per l’ intervento e del contrasto dei colori e della distanza le impressioni destate pei varî sussidî dell’arte sarà pur sempre necessario che il significato assunto dal materiale ingrediente sia in rapporto al criterio tecnico da cui proviene, e risponda, come si è già detto, a riconosciute proprietà dei mezzi impiegati, non essendo concepibile nessun risultato interessante ove manchi l'intelligenza dell’ applicazione e l'idoneità a destare determinate sensazioni.

Ciò spiega l’infrenabile istinto degli artisti, e degli intendenti d'arte, ad avvicinarsi alle tele per studiare dalle orme lasciate dal pennello il procedimento intellettuale e meccanico che lo ha guidato.

Da pochi palmi di tela purché comprendano i caratteri più salienti dei mezzi materiali di un artista esce tutta la sua personalità pittorica, come per l’anatomico una falange di un dito basta per ricostruire l’individuo cui apparteneva: questione di studiarla questa anatomia tecnica.

Nelle memorie degli antichi maestri e negli scritti dei tecnici loro coetanei nulla accenna al dubbio di ritenere l'impiego del materiale pittorico come il privilegio di una scienza arcana avviluppata in misteriose formule, dipendente anzi da codeste formule, che è l'errore più comune e si potrebbe dire la speranza più cara dei novizi dell'arte.