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i colori degli antichi 147
Giallo d'orpimento arso (giallo acceso pendente in rosso).
Giallo di Spincervino (si cava dalle coccole dello Spincervino, usasi in carta).
Giallo di terra (detto ocria).
Giallo di terra abbruciata (tende al color giuggiolino e serve ai pittori per ombrare i gialli chiari).
Giallo di vetro (sorta di giallo fatto a fuoco, per fresco).
Giallo di zafferano.
Giallorino (sorta di giallo portato dalla Fiandra).
Giallo santo (fatto d'una certa erba).
Lacca fine (rosso scuro che si ricava dai panni chermisi).
Lacca ordinaria (si cava da brucioli del verzino nel modo che si fa la lacca fina).
Lacca muffa (ha un color paonazzo. Tornasole).
Cinabro minerale (matita amatita, lapis, macinata a stento per la sua durezza, fa un bellissimo rosso simile alla ::lacca, buono per fresco).
Minio (biacca calcinata. - Teofrasto afferma fosse trovato nell'anno ag dopo l'edificazione di Roma).
Nero d'avorio (avorio arso. Fu messo in uso da Apelle, secondo Plinio).
Nero di fumo (fumo dell'olio di linserne).
Nero di nocciuole di pesche.
Nero d'ossa (ossa di vitello).
Nero di schiuma di ferro (miscuglio di terra verde e nero di schiuma di ferro, per affresco).
Nero di spalto o bitume giudaico.
Nero di terra.
Nero di terra di campana (certa scorza della forma con cui si gittano le campane, serve per olio e a fresco; per a fresco svanisce).
Neri diversi (di sermenti di vite, di quercia, di carta abbruciata).
Paonazzo di sale (sorta di colore paonazzo che serve a fresco e a tempera).
Rosso di terra (color rosso naturale).
Sangue di dragone (un color rosso, serve per miniature).
Terra d'ombra.
Verdaccio (una certa sorta di verde terra della quale si servirono i pittori nei tempi di Cimabue e di Giotto per compire le loro pitture a fresco, passandovi poi sopra con poco colore, quasi velandole e così davano loro compimento; l'adoperano oggi i pittori per dipingere chiari scuri).