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i colori degli antichi 145

degli speziali o passatempo di quei frati che nei conventi dei bassi tempi, esercitavano la farmacia e la medicina, i colori richiedevano ancora pazienti cure dai pittori per essere ridotti all'uso dell'arte, onde cade in special modo per le pitture del rinascimento che offrono tanta copia di vivaci e resistenti colori, il supposto di un privilegio negato alla modernità che si avvantaggia per converso di tanti mezzi e di tante cognizioni scientifiche per la preparazione di bellissimi e mai più veduti colori.

La prova più persuadente della qualità dei colori adoperati nelle scuole italiane è contenuta nelle descrizioni registrate dal Cennini, dal Lomazzo, dal Borghini e dal Baldinucci che salvo qualche differenza di nome si aggirano sempre sugli stessi prodotti o naturali od artificiali, tuttora apprestati dall'industria, come si può accertare dallo specchio seguente.

Colori descritti dal Cennini:

Bianchi — Bianco sangiovanni (comune bianco di calce per l'affresco), biacca.
Gialli — Ocria, giallorino, orpimento, risalgallo (specie d'orpimento), zafferano, arzica (massicotto).
Rossi — Sinopia, cinabrese (miscuglio di due parti di sinopia e una di bianco sangiovanni), cinabro, minio, ametista (quarzo violetto), sangue di drago, lacca.
Verdi — Verdeterra, verde azzurro (minerale proveniente dalla Spagna), verderame.
Azzurri — Azzurro della Magna, indaco, azzurro oltremarino.
Neri — Pietra nera, nero di sarmenti di vite, nero di noci, di oli di pesche o mandorle, nero fumo.

Colori citati dal Lomazzo :

Bianchi - Gesso, biacca, bianchi di gusci d'uovo, marmo trito.
Gialli Giallorino di fornace di Fiandra e di Allemagna, ocria, orpimento, zafferano, ocria bruciata.
Rossi — Terra rossa detta maiolica, cinabro di miniera ed artificiale, balarminio, lacca rossa, minio.
Azzurri - Oltremarino, l'ongaro, smalto di Fiandra, cilestro.