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142 gli elementi tecnici della pittura

babilmente del manganese; e Teofrasto fa menzione di un fossile che si infiammava versandovi sopra dell'olio, proprietà che sir Davy dice non appartenere ad alcuna altra sostanza fossile conosciuta all'infuori di una miniera di manganese della contea di Derby.

Nei bruni dei Bagni di Livia e delle Nozze Aldo- brandine, trattandoli coll'acido idroclorico ricavò dell'ossido di ferro, ma le tinte nere resistettero a quest'acido e alle soluzioni alcaline.

Fra rossi rintracciò il minio e gli ossidi di ferro o terre rosse comuni e nelle pitture, che egli dice a fresco dei bagni di Tito, i rossi dominanti ritiene ossidi di ferro, e minio quello impiegato negli ornamenti di contorno. Nei bagni di Tito trovò sir Davy un vaso di terra rossa contenente un colore rosa pallido, ma che nell'interno aveva tutta l'intensità del carminio. Anche l'analisi minutissima che egli fece di questo colore corrisponde a quello consimile di M. Chaptal su di un rosa analogo, soltanto che sir Davy presume di essersi trovato in presenza di un prodotto molto analogo alla porpora di Tiro o la porpora marina, ma in ogni modo di questo colore non trovò indizio veruno sulle pitture murali esaminate.

I colori verdi, coi quali si chiude la relazione di sir Davy Humphry, rivelarono la derivazione dal rame in forma di ossidi o di carbonati; pure ammettendo che molti dei verdi antichi che sono adesso dei carbonati, fossero originariamente adoperati allo stato di acetati.

Trovò pure nel vaso dei colori mescolati tre differenti varietà di verdi, l'una con tendenza al verde oliva che era terra di Verona, l'altra un verde pallido dovuto a carbonato di rame unito a creta, ed il terzo simile al verde rame, combinazione di rame con la fritta azzurra d'Alessandria. Portato dall'argomento a discorrere della crisocolla, da Vi-