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140 gli elementi tecnici della pittura

L'ultimo colore, di una bella tinta rosa e dolce al tatto, che si riduceva in polvere impalbabile sotto le dita, esposto al calore, dopo anneritosi passava al bianco senza sviluppo d'odore ammoniacale: sciolto nell'acido idroclorico, con qualche effervescenza, era precipitato dall'ammoniaca in forma lanosa che la potassa scioglieva completamente. Rilevata l'assenza completa di metalli per mezzo dell'infuso di noce di galla e dell'idrosolfuro di ammoniaca, M. Chaptal riguardò questo colore come una vera lacca il cui principio colorante fosse fissato sull'allumina, ed analoga perfettamente alla comune lacca di robbia, ma la cui conservazione durante diciannove secoli deve però meravigliare i chimici. Sir Davy Humphry1 ebbe occasione di fare un viaggio in Italia nel 1815, allo scopo di conoscere la natura e composizione chimica dei colori adoperati dagli antichi. Favorito dalla gentilezza di Canova, suo amico e allora incaricato dei lavori relativi alle arti antiche à Roma, e dal Nelli, proprietario del celebre dipinto « Le Nozze Aldobrandin », passato poi ai Musei Vaticani, potè eseguire tutte quelle esperienze che potevano permettersi sopra avanzi tanto preziosi e porsi in condizione di poter dare schiarimenti, che egli giustamente presume, sarebbero stati di grande interesse per gli scienziati e gli artisti. Ed importantissimo è il notare che in tutte le sue numerose esperienze sir Davy non trovò mai traccia nelle pitture murali di sostanze organiche tranne che nei neri. Nei bianchi, sia delle pitture murali che in quelli trovati nelle terme di Tito, in un vaso mescolati ad altri colori, non trovò traccia di biacca. Ritiene in genere trattarsi di

  1. Philosophical transactions of the Royal Society of London for 1815, pag. 97-124.