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L'acquerello ed il pastello 131

o fondo bianco qualsiasi che si lascia scoperto, le tinte a corpo non vi si possono considerare che come intruse, specialmente nei lumi.

I colori dell'acquerello preparati con gomma arabica, e un po' di glicerina per ostare alla frattura vitrea della gomma arabica, nei casi ove occorra qualche ripetizione di colore, lasciano sempre sottile lo strato generale delle tinte che per la virtù appiccicante della gomma, aderiscono fortemente alla carta, senza che il pittore abbia a preoccuparsi in nessun modo dell'adesione per i suoi effetti in avvenire, contribuendo all'aderenza dei colori la colla delle carte stesse.

In questo genere di pittura il carattere tecnico, fondato sulla sottigliezza delle tinte, si rivela anche dalla durabilità che acquista mantenendo lieve lo strato dei colori, perchè solo questa sottigliezza rende immune l'acquerello dagli inconvenienti usuali delle sovrapposizioni ossia screpolature, disquamazioni, vessiche e seguenti crolli dei colori, ciò che non accadrebbe usando forti tinte a corpo, le quali sarebbero soggette a tutti i pericoli della tempera.

I danni che sovrastano all'acquerello, essendo scongiurati quelli dell'aderenza, sono: le muffe, provenienti da un eccesso di glicerina nei colori e dalla cattiva qualità della colla delle carte; la possibile presenza nella carta di materie capaci di alterare chimicamente i colori, come il cloro, e l'immancabile azione della luce. Giacchè la detta sottigliezza delle tinte, necessaria per la trasparenza, il contributo che l'acquarellista deve chiedere ai vegetali per le tinte più intense e trasparenti, il non prestarsi il processo all'adozione di vernici che darebbero solidità alle lacche, tutte queste condizioni, mettono i colori in balla della luce, e la luce può apportare tali alterazioni all'acquerello da non potersi decidere se non fosse preferibile qualche pezzo distaccato