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prefazione 5

il dipinto e l’arte che verrebbe ad essere come astrazione d'ogni impaccio tecnico, ma somma di tendenze, di intuiti, di temperamenti e di quante altre cause d'ordine intellettivo o refrattario ad una analisi precisa, si possono ritenere concorrenti a crearla.

Non è qui il luogo per una definizione dell’arte, ma è necessario osservare come una distinzione consimile dell’opera pittorica conduca al falso concetto di attribuire alle sostanze coloranti, che non sono l’unico mezzo efficente del dipinto, proprietà immediata di analogia cogli aspetti del vero, mentre esse non siano comportabili nella imitazione artistica se non trasformate per gli impasti, velature, giustapposizioni e contrasti, senza dei quali i colori non possono essere considerati come elementi d’arte; nessun'analogia assoluta presentando essi colle immagini delle cose naturali né potendosi concepire nulla di più urtante col senso di verità, dell'applicazione, per sé, di qualsiasi sostanza colorante, quale è fornita da natura o somministrata dall’industria, come complemento d'illusione al disegno di qualsiasi oggetto del vero.

Ma per quanto l'apprezzamento della pittura si voglia ritenere indipendente dalla cognizione tecnica relativa, non rimane meno una condizione particolare dell’arte del dipingere distinguersi dalle arti sorelle per un più intrinseco legame fra il materiale da cui prende esistenza e la sua espressione finale.

Poiché ogni altra arte plastica assume dal mondo esterno alcunché di concreto, capace, se non di iniziare ad idee di bellezza, però sufficente a richiamarsi attenzione come corpo sensibile, colle proprietà, di occupare spazio in altezza, larghezza e profondità: fare ostacolo più o meno attivo alla luce per gli incavi o le sporgenze; e pel giuoco dei lumi e delle ombre, indipendentemente da ogni formula