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la tempera 127


Adoperata quasi esclusivamente nella decorazione dopo l'abbandono dell'antico conglutinante di torlo d'uovo, la tempera ricompare oggidì con frequenza come mezzo d'esecuzione per veri quadri, grazie l'enunciata rapidità del lavoro, il bell'opaco che presenta e quella chiarezza complessiva di tono che per molti tiene luogo di luminosità.

Nella difficoltà somma di armonizzare tutta l'opera, l'istinto di ricorrere al pastello per non arrischiare lumi od altri colori, che bagnati sembrano rispondere allo scopo, ma poi facilmente risultano falsi nell'asciugare, è talvolta irresistibile, essendovi grande analogia nell'aspetto del pastello con quello della tempera asciutta. Ma bisogna fissare questi tocchi che possono facilmente crollare dal dipinto o essere spazzati via, e ciò si deve fare con molto giudizio, non potendosi prevedere col tempo che effetto produrrà il fissativo su tutto lo spazio che invaderà oltre i tocchi a pastello, sapendosi che tutti i fissativi a base di gomma lacca, diventano gialli coll'invecchiare.

La tempera richiede un vetro che la protegga, tenuto distante dal dipinto perchè l'aria non si immobilizzi e origini muffe perniciose sui colori, nè il vetro si dovrà collocare davanti al dipinto se prima la tela ed i colori non siano perfettamente asciutti.