Pagina:La tecnica della pittura.pdf/134


la tempera 125

e inariditosi il primitivo conglutinante dei colori, si inverniciarono a molte riprese, trasformandole in veri dipinti ad olio, poichè se la tempera al torlo d'uovo poteva avere comune colle pitture ad olio la vernice finale, però l'effetto dei rispettivi colori non poteva patire simile confusione.

Nell'antica tempera il colore essiccato rimaneva lucido ed affatto impermeabile e tutti i colori partecipavano di quella chiarezza o senso biancastro, che è caratteristico della tempera, il cui glutine essendo mezzo attivo di propagazione della luce, alla sola superfice del colore, lascia diffondere maggiore quantità di luce bianca che non avvenga col veicolo oleoso. E tale chiarezza non si modificava colla sovrapposizione della vernice, essendo i colori, temperati col rosso d'uovo, impermeabili. Ma in ben altro. modo vengono a comportarsi i colori una volta perduta la vernice di protezione e diventati aridi per la successiva perdita del glutine o tempera, che ne chiudeva i più impercettibili meati. Resi porosi i colori da tale aridità, ogni vernice che li tocchi verrà assorbita e penetrerà fra le molecole del colore portandovi la sua proprietà di mezzo ritardatore della velocità della luce, vale a dire aumentando l'intensità di certi toni sino a farli parere neri ed oscurando tutto il dipinto, come in fatto avvenne per tutte le tempere antiche riverniciate in simili condizioni, con perdita irremissibile del loro primo aspetto.

Alla tempera all'uovo, sul finire del secolo XV, si sostituì il processo di dipingere ad olio, ma ciò non poteva accadere allo stesso tempo dappertutto, nemmeno è probabile che usandosi già promiscuamente il colore ad olio con quello a tempera, si abbandonasse d'un tratto così favorevole, sebbene faticosa, preparazione al dipinto. Nella scuola veneta l'uso dell'abbozzo a tempera si protrasse sino a Paolo Veronese ed al Tintoretto, senza però avere più nulla di