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122 gli elementi tecnici della pittura

ficio di fico, liquido pure appiccicante ma meno denso, e tale aggiunta indicata pei colori anche nel codice di Lucca del Muratori rivela uno di quei sussidi di scorrevolezza che il malagevole maneggio di un colore troppo denso doveva spesso richiedere. Però il Cennini non fa parola d'altro ingrediente per la tempera in tavola, fuori del rossume di uovo nella proporzione che indica una volta per tutte, e ben doveva essere mantenuta densa la sostanza glutinosa della tempera perchè potesse ricevere la vernice finale senza quelle alterazioni e sconvolgimenti di toni che una vernice arreca sulle ordinarie tempere senza che sia più possibile portarvi rimedio.

La gran forza di colorito delle tempere dei quattrocentisti era alcune volte sostenuta dal concorso dell'olio, mesticandosi con questo alcune tinte, come un velluto nero descritto dal Cennini: ma questa associazione non sarebbe stata possibile se la tempera non fosse stata molto simile al dipinto ad olio. La qual cosa conferma un punto caratteristico di quell'antico processo che si vorrebbe far rivivere senza sopportarne gli inconvenienti; ed è la grande vischiosità del conglutinante della tempera per cui il colore essiccava rapidamente, ma con tutti i caratteri esterni del colore ad olio non prosciugato; vale a dire senza scomparsa del conglutinante, che essendo in eccesso, manteneva al colore quella intensità e lucidezza che ha pure nella pittura ad olio, sicchè verniciandosi in ultimo la tempera non si doveva alterare niente di più di quello che si alterino adesso i dipinti ad olio quando si yerniciano.

Nelle tempere odierne invece, o perchè non si afferri l'intrinseco dell'antico procedimento, o perchè non si voglia sottostare al martirio di un pennello invischiato in tal modo, si fanno liquide le tinte, impoverendo il colore di conglutinante e saturandolo al contrario d'acqua. Ma questa eva-