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120 gli elementi tecnici della pittura


Il Cennini, con ordinata esposizione, senza dimenticare il menomo particolare, salvo che per la vernice finale, insegna come si conducessero quei dipinti che, anche dal lato della pura esecuzione materiale, rimarranno fra le manifestazioni più sorprendenti dell'arte, finchè la cognizione dei processi tecnici sarà illuminata abbastanza per misurare a costo di quale resistenza del materiale impiegato e di quale tirocinio per dominarlo si debbano i capolavori della tempera.

I preliminari di questo processo erano faticosi sino dalla preparazione delle tavole, ridotte alla bianchezza e levigatezza dell'avorio. Disegnata ogni parte della composizione con carbone di salice, adombrando pieghe e visi come se il disegno si dovesse condurre a termine col solo carbone, si spolverava leggermente la tavola con barbe di penne e tutto il disegno si ripassava con un sottile pennello intinto d'inchiostro sciolto nell'acqua, fermando e perfezionando sempre i contorni. Poi si finiva con una leggera ombreggiatura, fatta con acquerelle dello stesso inchiostro; onde ben a ragione poteva dire il Cennini, che così facendo « ti rimarrà un disegno vago, che farai innamorare ogni uomo dei fatti tuoi ».

Il disegno ultimato e dorate quelle parti che si era destinato di mettere ad oro, si veniva al colorire la tavola, seguendo le norme già descritte minuziosamente dallo stesso Cennini a proposito del dipingere in affresco, solo differenziando in tre cose, che il Cennini sembra fissare come i canoni della pittura a tempera: « L'una, che ti conviene sempre lavorare vestiri e casamenti prima che visi. La seconda cosa si è che ti conviene temperare i tuoi colori sempre con rossume d'uovo e ben temperati; sempre tanto rossume quanto il colore che temperi. La terza si è che i colori vogliono essere più fini, e bene triati sì come acqua ».