Pagina:La statistica e i suoi metodi.djvu/25


– 25 –

di quello che può dirsi il suo essenziale carattere, la posizione e l’ufficio della Statistica dirimpetto all’altre scienze, e più specialmente alle scienze sociali.

Esposizione ordinata dell’attualità, ovvero (se meglio piaccia l’espressione) della vita e attività sociale, a un dato momento; ed anzi, potrebbesi dire, di un’attualità in genere, qualunque essa sia (poichè anche qui il metodo ha influito sul concetto, portandolo ad una maggiore generalità); la Statistica somministra alle altre discipline i necessari elementi di fatto, e ne riscontra sperimentalmente le teorie. Essa è ad un tempo, come metodo, la forma propria dell’induzione matematica, fondata sopra l’osservazione de’ fatti per gruppi omogenei, e rivolta all’indagine, o verificazione, delle leggi che per entro vi signoreggiano. È il metodo sperimentale e di osservazione, nella sua forma esatta, cioè a base numerica, e trasferito in tal forma anche nel campo delle discipline sociali.

Ed ora vogliate pur aggiungere che all’indole e all’importanza scientifica risponde esattamente anche l’importanza e l’indole pratica nelle applicazioni.

Non vi è amministrazione, non vi è opera legislativa (ve l’ho gia detto), che non senta oggimai di dover riposare sopra una base di fatto, o che rifiuti di riconoscere nei fatti la riprova più autorevole dell’opera sua. I principii anch’essi, questi antichi sovrani di diritto divino, non possono diniegarsi al riscontro. La Statistica, aveva detto il primo Napoleone, è il bilancio delle cose (le budget des choses); e un eminente economista, Michele Chevalier, soggiungeva esser ella il nosce te ipsum applicato alle nazioni. Date un governo fondato sulla libertà e sulla pubblicità, e voi avrete a più doppi accresciuto il bisogno di questo appello continuo all’esperienza, e di un’esperienza di ogni luogo, di ogni tempo, e che si porta sopra ogni argomento, sopra ogni manifestazione della pubblica vita. Voi lo vedrete siffatto