Pagina:La statistica e i suoi metodi.djvu/21


– 21 –

collezione, al gruppo di molti individui. Si direbbe, per tale rispetto, che la Statistica riscontri a ciò che si usa ripetere della natura, vale a dire che essa guardi alla specie, piuttostochè all’individuo, e non sia sollecita che di quella.

La Statistica è l’osservazione dei fatti in generale, ma presi per serie e gruppi omogenei, sia nello spazio, sia nel tempo; è l’osservazione di complesso, per masse di fatti, come altri pure l’ha detta(4). L’individuo, ovvero il fatto, il fenomeno individuale, entra bensì come elemento, ma per sè solo non basta, e non è ad esso, in modo isolato, che propriamente si mira.

Gli è per questo che si usa pur dire che la Statistica non si contenta che di termini medi, ovvero che essa non opera e non riesce che sotto la condizione di grandi numeri, cioè di osservazioni ripetute e numerose (la loi des grands nombres di Poisson, avvertita già prima anche da Fourier), allo scopo di scernere, attraverso le variazioni individuali, ciò che può esservi di costante o di regolare nell’insieme.

Alla sua volta, siffatta forma di metodo è generalissima; essa non tiene soltanto nella sfera de’ fatti sociali, ma, per certa proporzione, in quella di ogni specie di fatti, sian essi puramente fisici, fisiologici, od altri. Essa accenna ad un ordine tutto intero di ricerche, ad un assunto, ed altresì ad un concetto scientifico fondamentale, che importa al sommo di mettere in evidenza.

Non vi è scienza che di fatti costanti; non vi è scienza che non si proponga l’indagine di ciò che costituisce la legge dei fenomeni, ossia di ciò che può riguardarsi come il risultato generale delle relazioni naturali delle cose.

Nell’ordine pratico anch’ esso, la prevalenza dello spirito scientifico si appalesa per un senso di più in più spiccato e signoreggiante dell’idea di legge, sostituita a quella di arbitrio.

Così accade per le scienze fisiche e le loro applica-