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stica anch’essa uno stromento di congiura e di lotta nei giornali e negli almanacchi; le abbiamo dato ad affermare negli annuarii la nostra unità in tutte le relazioni della vita materiale e morale; finchè un giorno, in seno alla dotta Germania, e al cospetto de’ rappresentanti di tutti gli Stati civili, quivi convenuti a Berlino nel 1863 pel quinto Congresso internazionale di Statistica, i nostri delegati poteano con nobile alterezza intimare che noi non avevamo bisogno d’invocare alcuna tolleranza, ma potevamo sedere degnamente accanto di chicchessia.

Oggi, dei tre che ebbimo a rappresentanti in quella solenne occasione, uno è l’egregio Uomo, arguto ed elegante cultore de’ nostri studi, cui debbo io stesso l’onore di potermi intrattenere in questo momento davanti a voi; e con lui ne andava quel tanto benemerito esso pure delle discipline statistiche, come della nuova vita politica della nazione, e troppo immaturamente a noi rapito, che fu Valentino Pasini; il terzo è stato l’indefesso ordinatore della nostra Statistica amministrativa, quando non era opera di scarsa mole, nè lieve merito anche solo il poter cominciare: — assentitemi questo mesto tributo di onoranza e di lode alla memoria di Pietro Maestri.


II.


Ed ora permettete che diamo un passo più avanti. Vediamo quale sia la ragione di essere della Statistica, e quale la sua posizione dirimpetto all’altre discipline sociali; quale il suo ufficio teoretico in generale, e il suo valor pratico.

Nell’ordine intellettuale, il più gran fatto che distingua ciò che veramente può dirsi l’Evo moderno, in contrapposto all’Evo medio, non che all’antico, è il dominio che oggi si addice alla scienza.

La scienza, o Signori, quest’è la vera e legittima sovrana dei giorni nostri, in tutte le relazioni della vita