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prometto. Giorgio Duval, 15 novembre.» Sono oramai sei settimane che il padre d’Armando m’ha scritto questa lettera e che io la rileggo ogni giorno per avere il coraggio di vivere. Se ricevessi soltanto due sue righe!... se potessi resistere sino alla primavera... (s’alza e va a guardarsi nello specchio) Quanto sono cambiata! pure il dottore ha promesso di salvarmi!... Aspetterò. Un poco fa non diceva a Nanetta che io era gravemente ammalata?... pure v’è ancora una speranza... ho ancora qualche mese a vivere, e se in questo frattempo Armando ritornasse, la sua vista mi renderebbe la salute... Ma se realmente vi fosse pericolo, Rieux non avrebbe avuto il coraggio di propormi una passeggiata. Oh! il medico si sarà ingannato, (va alla finestra) Quant’allegria nelle famiglie... Oh! il bel fanciullo che ride e giuoca nella strada..... Se io potessi abbracciare quel fanciullo!

Nanetta. Signora!...

Margherita. Che hai, Nanetta?

Nanetta. Voi vi sentite meglio questa mattina, non è vero?

Margherita. Sì, perchè?

Nanetta. Promettetemi d’esser tranquilla.

Margherita. Ma cos’è accaduto?

Nanetta. Io ho voluto prevenirvene... perchè una gioia impreveduta potrebbe farvi del male...

Margherita. Una gioia, dici tu?...

Nanetta. Sì, o signora!

Margherita. Armando!... tu hai veduto Armando!... è Armando che viene a vedermi!... (Nanetta fa segno di sì. Margherita corre alla porta) Armando! (egli compare pallido e abbattuto stendendo le braccia a Mar-