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se vi sono delle lettere per me. (Nanetta esce)

Dottore. Datemi la vostra mano. (la prende) Come vi sentite?

Margherita. Non saprei dirvelo. Male di corpo e meglio di spirito. Ieri sera ho avuto tanta paura di morire, che ho mandato a chiamare un prete. Che bella cosa è la religione, dottore... qual potere ha dessa di rendere la calma all’anima nostra! io era triste, aveva paura della morte!... è venuto quell’uomo, ha parlato con me per un’ora intiera, ed al lasciarmi, tristezza, disperazione, terrori e rimorsi, tutto s’era portato con lui. Allora m’addormentai, e non è un’ora che mi sono svegliata.

Dottore. Dunque pare che la malattia prenda una piega migliore, ed io vi prometto un’ottima convalescenza per la prossima primavera.

Margherita. Vi ringrazio della vostra promessa; e vostro dovere di farmela. Quando Dio disse che la menzogna sarebbe un peccato, ha fatto un’eccezione per i medici, ed ha loro permesso di mentire quando si trattasse della vita dei loro ammalati. (a Nanetta che entra) Cosa mi porti, Nanetta?

Nanetta. Sono regali, o signora.

Margherita. Ah! è vero, oggi è il primo giorno dell’anno! Or fa un anno, a quest’ora, noi eravamo a tavola, cantavamo salutando con un dolce sorriso l’anno nascente, intanto che volgevamo un pensiero a quello che era trapassato... io non li vedrò più quei giorni... la felicità non è più fatta per me. (aprendo l’astuccio) Un anello col nome di Saint-Gaudens... egli s’è ancora ricordato di me! (come sopra) Un braccialetto che il signor conte de Gray mi spedisce da