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Varville. Del quale parlava madamigella, e che l’attendeva alla porta di strada?
Nanetta. Ah!... è suo marito... cioè, non ancora marito, ma lo sarà fra poco.
Varville. In una parola... è il suo amante... Ah! ah! ed è onesta!
Nanetta. Sì, o signore, ve lo ripeto... madamigella Erminia è un’onestissima fanciulla.
Varville. (alzandosi) Del resto poi cosa deve importare a me? Mi rincresce solo che io non posso esser amato da Margherita... bisogna confessare che è pur una pazza idea quella di ricevere ogni giorno il signor de Mauriac, che è la figura la più antipatica di questo mondo.
Nanetta. Cosa volete!... il vecchio duca le tien luogo di padre!...
Varville. Ah sì!... la è infatti una storia di questo genere... per mia disgrazia!
Nanetta. Per vostra disgrazia?
Varville. Certo, perchè io duro fatica a credervi.
Nanetta. Ascoltate, signor de Varville. Può darsi che vi sieno delle cose vere da dirsi sul conto della mia padrona, ma questa non è una ragione per cui si debba negare la verità. Io posso dunque dirvi che, or sono due anni, la signora Margherita era andata ai bagni, per rimettersi da una penosa malattia che poco mancò non le costasse la vita. Io l’accompagnava. Fra gli ammalati dello stabilimento v’era una giovinetta, quasi della sua età, affetta da egual malattia, ma in terzo grado, e che le rassomigliava come una goccia d’acqua. Questa fanciulla era la figlia del duca di Mauriac.