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Olimpia. E qual opera si rappresenta questa sera?

Varville. La Favorita.

Armando. La storia d’una donna che aveva ingannato il suo amante.

Duvernoy. È una cosa tanto comune!

Armando. È vero, ed io ne conosco di queste donne!

Olimpia. V’è differenza da amante ad amante.

Armando. Come da donna a donna..

Rieux. Mio caro Armando, tu giuochi da disperato.

Armando. Sì, voglio provare se è vero il proverbio: digraziato in amore, fortunato nel giuoco.

Rieux. Ah! tu devi essere ben disgraziato in amore, perchè ormai hai vinto 200 luigi.

Armando. Mio caro, io faccio conto di vincere per lo meno due mila luigi, perchè allora avrò fatta la mia fortuna, ed andrò a vivere in campagna.

Rieux. Solo?

Armando. No, con qualcuno che mi ha già accompagnato un’altra volta e che mi ha abbandonato; ma forse quando sarò più ricco... (E non dice nulla!)

Gustavo. (Finiscila, Armando! non vedi quanto essa soffre?)

Armando. È una bella storia, ed io per divertirvi voglio raccontarvela, tanto più che veggo là un di quei tipi di caricatura che mi vanno sì tanto a genio. (guardando Varville) Uno di quei esseri patriarcali che non ponno vantarsi che di avere 80 mila lire di rendita...

Varville. Signore!

Margherita. Varville, se voi provocate il signor Duval, vi giuro che non mi rivedrete mai più.

Armando. E così?