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Duvernoy. Ebbene, signor Armando, quali novità ci recate?

Armando. Nessuna.

Saint. È troppo poco.

Duvernoy. Avete veduto Margherita?

Armando. No.

Duvernoy. Fra poco sarà qui.

Armando. In questo caso la vedrò!

Duvernoy. In qual maniera mi dite queste parole?

Armando. E come volete che ve le dica?

Duvernoy. Il cuore è dunque guarito?

Armando. Grazie a Dio, perfettamente... Infatti, se non fosse così, mi vedreste forse su questa festa?

Duvernoy. Per cui voi non pensate più a lei!

Armando. Se vi dicessi che l’ho affatto dimenticata, sarebbe una menzogna: ma io, per fortuna, sono nel novero di quelli uomini che guariscono facilmente da una passione. Margherita mi ha congedato in un modo così bizzarro, che io mi sono rimproverato d’essermi pazzamente innamorato di lei.

Duvernoy. Essa pura vi amava, e forse vi ama ancora, ma le circostanze... i suoi debiti erano così enormi...

Armando. Voi avete ragione, signora Duvernoy; un miserabile come sono io non poteva trovare i mezzi per pagarli. Infatti voi dovrete saperlo.

Duvernoy. Ma...

Armando. Ed ora il signor Varville ha pagato?

Duvernoy. Sì.

Armando. Sia dunque tutto per il meglio.

Duvernoy. Il signor Varville non se lo fece dire due volte; le ha ricomprato i cavalli, i gioielli e tutto quanto aveva prima venduto.