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io abbia una fortuna e la troverò. Mio fratello ti darà mie notizie e ti dirà quanto ho pianto al momento in cui doveva separarmi da te.» (Getta il libro sul tavolo e resta per un momento pensieroso) Questa lettura mi fa male... ho bisogno di veder Margherita. (suona) Mio padre è probabile che non venga per questa sera: dite alla signora che può ritornare.
Nanetta. La signora non è ad Auteuil.
Armando. Come!
Nanetta. Credo sia andata a Parigi.
Armando. La signora Duvernoy è pure partita con lei?
Nanetta. No, era partita prima che voi ritornaste.
Armando. Va bene. (Nanetta esce) È capace di essere andata a Parigi per occuparsi della vendita progetgettata; per fortuna che la signora Duvernoy è da me prevenuta e la impedirà, (guarda per la finestra) Pure in giardino vi è qualcuno... Fosse già ritornata?.. Non so... ma questa solitudine mi spaventa! è necessario che mi assicuri io stesso. (per uscire).
Commesso. Il signor Armando Duval?
Armando. Sono io.
Commesso. Questa lettera è per voi.
Armando. Da qual luogo la recate?
Commesso. Da Parigi.
Armando. Chi ve l’ha consegnata?
Commesso. Una signora.
Armando. Ma come avete fatto a giungere sin qui?
Commesso. Il cancello del giardino era aperto, io non ho incontrato alcuno; ho veduto un lume in questa sala, ed ho creduto...
Armando. Va bene, andate. (Commesso esce) Questa lettera è di Margherita... Ma perchè io tremo nel-