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Margherita. Questa lettera contiene un segreto che io non posso svelarti; tu sai che vi sono delle cose che non si ha il coraggio di dirle nè di sentirle a leggere in nostra presenza. Questa lettera è una prova d’amore che io ti dava, o Armando... e te ne prego, non insistere di più... credi alle mie parole.
Armando. Conserva pure quella lettera, o Margherita; ormai quel segreto mi è palese. La signora Duvernoy m’ha tutto confessato, ed è per questo appunto che io sono andato a Parigi. M’è noto il sacrifizio che volevi farmi, e intanto che tu t’occupavi della nostra reciproca felicità, io pure non ho perduto il mio tempo... tutto è accomodato... Eccolo il segreto che tu non avevi il coraggio di confidarmi.
Margherita. Orbene, poichè sai tutto, lasciami partire.
Armando. Partire?
Margherita. Allontanarmi per lo meno. Tuo padre può giungere da un momento all’altro... io non sarò che a due passi da te, là nel giardino con Gustavo ed Erminia... aspetterò che tu stesso mi chiami; tu calmerai tuo padre, se mai è sdegnato, e poi metteremo ad esecuzione il nostro progetto. Noi non ci lasceremo più, vivremo sempre insieme come lo facciamo da tre mesi, e saremo felici, perchè tu sei felice, non è vero?... tu non hai nulla da rimproverare alla povera Margherita? Oh, ripetimelo, perchè ho bisogno di sentirlo dalle tue labbra. Se mai in quest’intervallo io ti avessi arrecato qualche dispiacere, ti giuro che l’ho fatto senza volerlo, perchè ti amo quanto non potrà mai amarti un’altra donna... e tu pure mi ami, non è vero?... e qualunque fosse la prova a cui io fossi