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Margherita. Questa lettera era per te, o Armando, ma, per amor del cielo, non chiedermela in questo momento!

Armando. Io sperava che tu non avessi più alcun segreto per me, o Margherita!

Margherita. Se tu sapessi... Ma prima dimmi: quale fu l’esito della tua gita a Parigi?

Armando. Mio padre è arrivato.

Margherita. L’hai tu veduto?

Armando. No, ma ha lasciato per me una lettera al mio alloggio. Egli sa che io sono ad Auteuil, e in casa tua; può darsi che venga qui questa sera stessa. Avrà luogo fra noi una spiegazione, perchè Dio sa quante gliene avranno dette sul nostro conto; ma sono certo che quando ti vedrà e ti avrà conosciuta, egli pure sarà costretto ad amarti; in caso diverso poi, io sono libero, cercherò un impiego; mercè le mie aderenze e gli amici che ho in Parigi, mi sarà facile l’ottenerlo; allora non avrò più bisogno di lui.

Margherita. (Quanto mi ama!) Inimicarti con tuo padre. Armando! oh! ciò non va bene!... credi che possa venir qui? ebbene, io mi allontanerò per poco, affinchè non mi vegga subito: ma ritornerò presto e sarò vicino a te per darti coraggio. Io mi getterò ai suoi piedi e lo pregherò tanto, che egli non avrà la crudeltà di separarci.

Armando. Ma tu piangi, Margherita! tu m’inganni, poichè in mia assenza qui dev’essere successa qualche disgrazia! La tua mano trema... ti reggi appena sulle gambe... Margherita, rispondi dunque... rispondi...

Margherita. È nulla. Armando... tu t’inganni al certo...

Armando. Quella lettera!...