Duval. Contemplate allora la vostra vecchiaia, la solitudine a cui sarete condannata, il disprezzo a cui sarete soggetta, le umiliazioni che dovrete soffrire. Allora quale dolce rimembranza del vostro passato? qual bene avrete operato? Margherita, sonvi delle crudeli necessità nella nostra vita, contro le quali si spezzano le nostre idee se tentiamo lottare. Voi e mio figlio dovevate seguire due strade diametralmente contrarie; il destino le ha unite per un istante, ma la ragione, subentrando, deve spezzare questa casuale unione e ritornarle allo stato di prima. Nella vita che volontariamente vi siete imposta, voi non avete pensato alle conseguenze. Oh! credetelo. Margherita, esse sarebbero terribili per voi. Verrà un giorno in cui andrete superba di quello che oggi avrete fatto; è un padre che vi parla, un padre che conosce il mondo ed i suoi pregiudizii, e colle lagrime agli occhi vi scongiura di contribuire alla felicita dell’unica sua figlia.
Margherita. (
quasi a sè stessa) Per quanto dunque sia intemerata, la mia vita avvenire, la creatura che ha errato non si rialzerà più? Dio, forse, giusto e clemente, le perdonerà, ma il mondo la colpirà d’anatema? infatti qual diritto hai tu, donna perduta, di pretendere un posto che è devoluto all’onore? tu ami un giovine che appartiene ad una famiglia distinta, onorata; l’hai amato povero e abbandonato... Ebbene, che importa?... bella ragione!... per quante prove tu potessi addurre di quest’amore, non ti si crederebbe, perchè tu hai sempre ingannato... ed è giusto... A che ci vieni tu a parlare di cuore e di avvenire! volgi lo sguardo al tuo passato: qual’è quell’uomo che vorrà