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Erminia. Sei felice?

Margherita. Oh, molto!

Erminia. Non te l’ho più volte ripetuto, o Margherita, che la vera felicità si trova nel riposo e nelle tranquille abitudini del cuore? Quante volte io e Gustavo abbiamo detto. Quando mai Margherita si deciderà ad amare qualcuno, e cambierà questo suo sistema di vita, che non può che nuocere alla sua salute?...

Margherita. Ebbene, il vostro augurio si è avverato; io amo: ho forse invidiato il vostro amore e la vostra felicità, e mi sono cambiata.

Gustavo. Voi non potete comprendere, o signora, qual gioia abbiamo provato quando abbiamo sentito che v’eravate decisa a ritirarvi ad Auteuil.

Erminia. Oh, tu, Margherita, non puoi farti un’idea del come viviamo Gustavo ed io. Tu credi vivere semplicemente qui, in campagna; ma che diresti poi se vedessi le mie due piccole camere in strada Dupré al quinto piano, le di cui finestre guardano in un giardino, nel qu«le non vi veggo mai entrare alcuno? Dio buono! ma si può forse possedere un giardino e non passeggiarvi almeno per un terzo della giornata? pensare che io li amo tanto i fiori, e che darei non so che cosa per avere un pezzettino di terreno da lavorare io stessa!

Gustavo. Il nostro appartamento sembra un romanzo di Goëthe posto in musica da Schubert!

Erminia. Gustavo dice che è troppo melanconico!

Gustavo. No, dico soltanto che è troppo in alto: centottanta gradini!... e per quanto io pure ami questa semplicità pastorale, che tutt’al più è buona per sei mesi dell’anno, qui ad Auteil, per esempio, se mio