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v’imprestò un magnifico cachemire, che non avete più riportato; jeri infine vi ha rimesso dei braccialetti e dei diamanti per farli accomodare, a quanto diceva. Dove sono i cattivi e la carrozza, il cachemire e i diamanti?
Duvernoy. Volete che io vi parli francamente?
Armando. Ve ne scongiuro.
Duvernoy. I cavalli e la carrozza furono rivenduti allo stesso mercante, perchè non erano stati pagati.
Armando. E il cachemire?
Duvernoy. Venduto.
Armando. I diamanti?
Duvernoy. Impegnati! le portava in questo momento i biglietti.
Armando. E perchè non m’avete mai detto nulla!
Duvernoy. Margherita me l’aveva ordinato.
Armando. Infine poi, perchè questa vendita, questi pegni?
Duvernoy. Per pagare ì suoi debiti. Ah! voi credete, signor Armando, che in mezzo alla vita pastorale che menate lungi da Parigi non vi sieno delle esigenze, delle necessità? Oh, vi siete ingannato! a fianco della vita poetica vi è la vita reale, e le migliori risoluzioni sono avvinte alla terra con del fili ridicoli, ma di ferro, e che non si rompono così facilmente. Il duca, al quale io ho parlato, perchè voleva, se mi fosse stato possibile, evitare sì enormi sacrifici, ha risposto di non volerne più sapere di Margherita, se non si decide ad allontanarsi da voi; e voi sapete che le sarebbe men dolorosa la morte.
Armando. Buona Margherita!
Duvernoy. Oh sì, troppo buona, perchè non ha calcolato