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iii

Maggior rumore ancora destarono le sue Considerazioni sopra il Petrarca, stampate la prima volta nel 1609. Parve al Tassoni, e forse non senza ragione, che alcuni fossero sì idolatri di quel gran poeta, che qualunque cosa gli fosse uscita dalla penna, si raccogliesse da loro come gemma d’inestimabil valore; e che perciò avvenisse che alle rime di esso si rendesse onor troppo maggiore che non era loro dovuto. Ma il Tassoni cadde nell’eccesso contrario; e per opporsi alla soverchia ammirazione che alcuni aveano pel Petrarca, il depresse di troppo; e non pago di rilevare i difetti che i critici spassionati osservano nelle rime di quel famoso poeta, volle ancora, come si dice, vedere il pelo nell’uovo, e trovare errori ove niun altro li trova. Levossi dunque in difesa del Petrarca Giuseppe Aromatari da Assisi, giovane allora di 25 anni, che ritrovavasi in Padova; e nel 1611 pubblicò le sue Risposte alle Considerazioni del Tassoni; nelle quali però non passa oltre a’ primi dieci sonetti, rispondendo alle accuse colle quali il Tassoni aveali criticati. Il Tassoni nell’anno stesso replicò all’Aromatari co’ suoi Avvertitmenti, pubblicati sotto il nome di Crescenzio Pepe; e perchè due anni appresso replicò ad essi l’Aromatari co’ suoi Dialoghi sotto il nome di Falcidio Melampodio, il Tassoni sotto quello di Girolamo Nomisenti gli controrispose colla sua Tenda rossa, libretto pieno di fiele contro il suo avversario, e che non dee prendersi a modello dello stile da tenersi nelle dispute tra’ letterati. E con esso finì la contesa, della quale, oltre ciò che narrane il Muratori, si può vedere il racconto presso il conte Mazzucchelli, ove dell’Aromatari, e di queste e di altre opere da lui pubblicate, ci dà esatta contezza (Scritt. ital. T. i, par. 2, p. 1115 ec.).

Il Tassoni frattanto, che già da alcuni anni, e