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TERZO 43


XXXI.


Eran guidati dal dottor Masello
     Ch’avea lasciato i libri alla ventura,
     E s’era armato, che parea un Marcello,
     244Con la giubba all’antica e l’armatura:
     Portava per impresa un ravanello
     Con la sementa d’or grande e matura.
     E dietro a lui venian quei di Rubiera
     248E di Marzaglia, armati in una schiera.

XXXII.


Bertoldo Grillenzon li conducea,
     Gran giucator di spada, e lottatore.
     Nella bandiera un materasso avea,
     252Che sdrucito spargea la lana fuore.
     Questa schiera dell’altra esser potea,
     Se non uguale, almen poco maggiore.
     Giugneano appunto al numero di mille
     256Gli armati abitator di quattro ville.

XXXIII.


Galvan Castaldi, e Franceschin Murano
     L’insegne di Porcile e del Montale,
     E le di Cadíana e di Mugnano
     260Uniro all’osteria delle due Scale.
     Trecento colle ronche avea Galvano;
     L’altro di picche avea numero eguale.
     L’impresa di Galvano è una stadera;
     264Franceschino ha una gazza bianca e nera.

XXXIV.


Ecco Alberto Boschetti in sella armato,
     Conte di San Cesario e di Bazzano;
     Ch’avendo poco pria quindi cacciato
     268Il presidio nemico e ’l capitano,
     S’era fatto signor di quello stato
     Col valor della fronte e della mano:
     Ed or, di questi e d’altri suoi vassalli,
     272Per forza armati avea cento cavalli.