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36 | CANTO |
III.
Va’ in aiuto de’ tuoi; che t’apparecchia
Nuova fortuna il ciel non preveduta.
Tu salverai quella famosa Secchia
28Che con tanto valor fia combattuta,
Che giornata campal nuova nè vecchia
Non sarà stata mai la più temuta.
Modana vincerà, ma con fatica;
32E tu entrerai nella città nemica.
IV.
Quivi d’una donzella acceso il core
Ti fia, la più gentil di questa etade,
Che sì t’infiammerà d’occulto ardore,
36Che ti farà languir di sua beltade.
Alfin godrai del suo felice amore;
E ’l nobil seme tuo quella cittade
Reggerà poscia, e riputato fia
40La gloria e lo splendor di Lombardia.
V.
Qui sparve il sonno; e s’involò repente
Dalle luci del re la Dea d’Amore.
Ei mirò le finestre, e in oríente
44Biancheggiar vide il mattutino albore.
Chiese tosto i vestiti, e impaziente
Si lanciò delle piume; e tratta fuore
La spada ch’avea dietro al capezzale,
48Menò un colpo, e ferì sull’orinale.
VI.
Quel fe’ tre balzi, e in cento pezzi rotto
Cadde colla coperta cremesina.
Con lunga riga fuor sparsa di botto
52Per la stanza del Re corse l’orina.
Fe’ intanto un paggio della guardia motto,
Ch’era giunto un corrier dalla marina
Col segno dell’imperio e la patente:
56Onde fu fatto entrar subitamente.