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St. XXVIII. Parla degli Ebrei stimati vilissimi in que’ tempi, negletti specialmente nella corte di Roma.
St. XXX. I Modenesi furono sempre acerrimi difensori della loro libertà; onde Lodovico Gottofredo nell’Arcontologia Cosmica favellando de’ medesimi così lasciò scritto: Apparuit in civibus Mutinensibus semper ingens libertatis desiderium, quam ut defenderent, non semel facultates, vitamque extremis periculis exposuerunt. Barotti.
St. XXXIV. Il Poeta ha voluto indicare le diverse volte, che prima e dopo la guerra d’Enzio mandò Modena e soldatesche e capitani alle guerre sacre spezialmente di Palestina. Ne fece memoria il Vedriani in vari libri delle sue istorie agli anni 1096, 1188, 1218, 1290. Gli annali antichi di Modena (Rer. Ital. Script, t. xi.) quest’ultima spedizione del 1290 ricordarono: Dicto tempore factum fuit passaggium ultra Mare per Mutinenses. Barotti.
St. XXXVIII. Ciarabottane, diconsi propriamente certe canne, nelle quali soffiando si lanciano freccie e palle.
St. XL. Il Sigonio de Regno It. l. 18, de Reb. Bon. l. 6. racconta questo trionfo de’ Bolognesi nella guisa appunto che viene qui descritto dal Tassoni, ed aggiugne pure, che Bononienses multa ludicra ad summum declarandum gaudium commiserunt. E difatti i Bolognesi gettavano ogni anno dalle finestre del palazzo del Legato un porcello cotto, ed altri animali vivi, che venivano poi raccolti dal popolo. Fa d’uopo però avvertire che la festa della Porchetta non dalla vittoria sopra il Re Sardo ebbe origine, ma dalla presa bensì di Faenza, siccome fra gli altri lasciò scritto Matteo Grifoni nella sua Cronaca pubblicata nel tomo xviii. degli Scrittori delle cose Italiane.
St. XLI. Nè ’l volevano allora, nè ’l vollero mai. Il Senato riflettendo a que’ pregiudizi che avrebbe potuto produrre alla pace e libertà dell’Italia il rilasciare un tal uomo, stabilì, che ad ogni costo dovesse tenersi, finchè vivesse, prigione. Nè da questa risoluzione poterono moverlo o le risolute minacce, o le larghe promesse di Federigo, o l’argento esibito da lui. Si vedano oltre la Cronaca di Bologna nel tomo xviii. degli Scrittori delle cose Italiane col. 265, l’Alberti, il Sigonio ed il Campanaccio. Barotti.
St. LI. Vien forse questa voce Saltamartino dagli antichi ciarlatani, allorchè facevano i lor salti mortali; pel quale effetto vestiti erano in giubberello.